giovedì 22 marzo 2012

Alla Scarzuola: due passi tra alberi pietrificati e fonti miracolose.


La Scarzuola non finisce mai di stupire.
Frase fatta per chi conosce lo spettacolare giardino innalzatovi dall'architetto comasco Tomaso Buzzi alla metà degli anni '60.
Un po' meno se si analizza cosa c'è intorno, il convento francescano, e sotto, un santuario preromano delle acque sorgive.

Quale dea vi era cultuata?
Parliamo di dee perché il convento è intitolato alla Santissima Maria della Scarzuola, e se qui esisteva un santuario prima dell'arrivo di san Francesco non poteva essere che consacrato a una dea di cui poi la Madonna prese il posto.

Ma quale dea, dicevamo?

Per scoprirlo dobbiamo analizzare i rinvenimenti archeologici della Scarzuola, cioè i tanti ex-voto di cui è disseminato il suo terreno. E poi la fonte di san Francesco, insolitamente distante dal convento francescano. E poi ancora il soprastante borgo medievale di MonteGiove, così chiamato perché qui fin dal mondo antico esisteva un famoso culto dei fulmini tributato a Giove.

Cosa c'entrano i fulmini di MonteGiove con il culto delle acque alla Scarzuola?

C'entrano, eccome.
Ma per collegare tutti gli indizi bisogna inoltrarsi nel giardino e scoprire un insolito albero pietrificato che Tomaso Buzzi scelse (a caso?) per unire le sue costruzioni.

Da qui iniziano le indagini. E se t'interessa leggerle, da qui puoi ordinare una copia del volume.

lunedì 5 marzo 2012

San Fortunato e il culto Fallico a Montefalco

Pubblico un frammento video della presentazione de "Il culto proibito della Dea" da me tenuta presso la Libreria Pan di Roma l'ottobre scorso. Per visualizzare il video su Youtube clicca qui.

San Fortunato è un tipico santo contadino: fu un evangelizzatore del IV secolo precursore di quella predicazione sincretica che spingerà secoli dopo il nostro stregone di Assisi, al secolo Francesco di Bernardone, a compiere fior di miracoli piantando alberi maestosi.