martedì 22 ottobre 2013

La Bella Addormentata e i divieti della Stregoneria contadina.


La Bella che cade morta puntasi con un fuso e il cavaliere che attraversa l'intrico di una foresta per risvegliarla, sono solo il frutto del calamaio del segretario del Re Sole Charles Perrault ?

Agli inizi del '900 Pierre Saintyves, pseudonimo misterioso del libraio massone parigino Emile Nourry, pubblicò una serie di articoli che rovesciavano tutte le teorie letterarie sulle fiabe.

L'analisi comparata di miti e racconti, dall'Edda germanica ai canti trobadorici, dimostrava che la storia della Bella era ben più antica di Perrault o dei Grimm.
La Bella, Cenerentola e Cappuccetto Rosso appartenevano a tradizioni popolari ancestrali.

La Bella Addormentata anticamente era un personaggio liturgico che apriva e chiudeva i Misteri di precise cerimonie stagionali.
Cerimonie che si festeggiavano in tutto il mondo pagano per scacciare le tenebre dell'Inverno e propiziarsi la rinascita della Primavera.

Secondo Saintyves, la Bella Addormentata nel Bosco faceva parte di commentari sacri, che servivano ad istruire i devoti pagani al culto delle Fate e a proteggerli dal potere infausto che la superstizione contadina attribuiva agli arcolai.

Gli arcolai potevano, a Natale, spezzare con le loro ruote il flusso dell'anno, imponendo un inverno perenne: potere che, nelle credenze della stregoneria, si trascinò dal mondo romano fino al nostro MedioEvo.

Sono convinto che, per i lettori di questo (piccolo) libro, la Bella Addormentata diverrà un racconto meno innocuo di ciò che, comunemente, si pensa.


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