lunedì 27 gennaio 2014

La Madonna che rimpiazzò Diana
- alla chiesa di Santa Maria Infraportas di Foligno...



Non sempre gli indizi più preziosi per decriptare un culto si nascondono negli affreschi.

Anzi, a volte sono così a portata di mano che quasi non li si nota!

Foligno, chiesa di Santa Maria Infraportas.

Quella che vediamo oggi è il risultato di secoli di trasformazioni, dal MedioEvo fino all'Ottocento, ma all'interno della chiesa si conserva ancora la cappellina primitiva consacrata all'Assunta nell'VIII secolo, quando il tempio non era nemmeno dentro le mura cittadine ma nel contado e si chiamava Santa Maria Forisportam:
tanto è vero che ancora nel 1138 è documentata come pieve in un diploma di Innocenzo II.

La cappellina, subito a sinistra, ospita degli affreschi molto suggestivi, tra cui [sopra] una deliziosa fantasia di leoni bizantini dipinta a mo' di tendaggio.

Ma è all'ingresso quello che c'interessa di più.

La porta di accesso è sormontata da una lapide seicentesca che ci racconta le origini primitive della chiesa...


"Antiqua Dianae Superstitione Sublata"

La cappella dell'Assunta fu innalzata per sostituire il culto pagano di Diana, dèa romana della caccia.
Il tempio di Diana non a caso era posto ai margini della città antica di Fulginia (Foligno), fuori delle mura urbiche, probabilmente al limitare di un boschetto.
La chiesetta originale era molto angusta; la cappella, inglobata nel XII secolo quando il Comune cominciò ad allargarsi, misura appena 5,50 x 4,20 metri.

Logico supporre che ai primi cristiani interessasse solo rimpiazzare un culto pagano femminile con un'icona mariana.

Intorno alle origini gloriose della chiesetta si favoleggiò per secoli tanto che la lapide ci racconta che essa fu eretta addirittura nel I secolo dai primi cristiani per ospitare san Pietro in viaggio di evangelizzazione a Foligno (!).

A ricordo dell'impresa, il luogo di culto sarebbe stato intitolato ai santi Pietro e Paolo, cosa davvero strana se si pensa che in origine qui si cultuava una dèa come Diana, e che ancora oggi la chiesa è consacrata alla Madonna.

Noi che ormai abbiamo imparato a studiare le agiografie -ma a diffidarne sempre!- non ci facciamo troppo caso, e badiamo ad altro.

Come al simpatico cagnolino portalegna che sant'Amico di Rambona, in un affresco ancora integro, si tiene stretto stretto al guinzaglio...


P.s. Ringrazio Michela Pazzaglia per le foto: ogni tanto gusta nei propri 'pellegrinaggi' non doversi portare dietro la macchina fotografica!


------ Bibliografia

Bernardino Sperandio, Chiese romaniche in Umbria, 2001, Quattroemme, p. 65

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